Santo Bencich nasce a Parenzo d’Istria il 22 aprile 1900 da Nicola e Maria Bujevaz, quarto di tredici figli. Sin da bambino inizia a lavorare nelle masserie, poi imbarcandosi su un peschereccio e infine come minatore nelle Cave di Albona.
Vive in Istria all’epoca parte dell’Impero Austro-Ungarico. Chiamato alle armi decide ben presto di disertare e si rifugia prima a Trieste e poi a Milano, dove trova un’occupazione come operaio siderurgico alla Breda di Sesto S. Giovanni: dimora alla Cascina Torretta, dormitorio per le maestranze. Nella sezione del partito comunista di Prato Centenaro incontra Virginia Bassi, reduce dal congresso di Livorno del 1921 e si innamorano. Si sposano il 11/6/1927 ed avranno tre figli: Sergio e Walter entrambi morti prestissimo: Sergio dopo poche ore e Walter a 10 mesi, ed infine Nella nata il 31/10/1930. La nuova famiglia trova alloggio in Via Grivola 18 a Niguarda.
Il 12 marzo 1944, a seguito dello sciopero generale del 1° marzo 1944, è arrestato in casa di notte e rinchiuso a S. Vittore e poi a Bergamo. Da qui con il trasporto 34 del 16/3/1944 è deportato a Mauthausen, dove giunge il 20/3/1944: matricola 58703; trasferito a Gusen vi muore il 24/8/1944.
Durante il viaggio di deportazione riesce a mandare diversi biglietti che giungono a casa grazie alla generosità di chi li raccoglie. L’ultimo è di poco prima di lasciare il confine italiano.
Una breve comunicazione del comando della Polizia di Sicurezza Tedesca di Milano del 17/10/1944 informa la famiglia: “dobbiamo darle il deplorevole annuncio che suo marito Santo Bencich, venuto in Germania per lavoro, è morto il 24 agosto 1944, ferito in un attacco terroristico anglo-americano“.